UN PASSO NEL PASSATO

la storia del passo


come è cominciata

Tutto iniziò con L’Ing. Giuseppe Carpenè. L’anno 1914 ci fu un incredibile afflusso di maestranze disoccupate, causato dall’ondata di rientri degli emigranti e la mancata conferma di lavori stagionali. Per far fronte al problema, con i benefici del d.l.del 22 settembre 1914, il Cisonese riuscì a far partire il progetto di occupazione per 500 operai. L’Ing. Giuseppe Carpenè di Conegliano fu incaricato di progettare un primo stralcio della strada che da Tovena portava al Passo S. Boldo, non partendo dal paese, ma più in alto, dalla località Cargacar alla stalla Recco, presso la barriera di S. Ubaldo. Il progetto fu approvato dal Consiglio Comunale di Cison il 14 novembre 1914 e senza aspettare tutte le autorizzazioni a procedere i lavori iniziarono in tutta fretta con l’impresa Magagnin Adolfo e De Bortoli Giovanni di Cison; la cui priorità era, di occupare coloro che non avevano un lavoro stabile.

caporetto

Il 4 gennaio 1916, il direttore dei lavori comunicava la quasi completa esecuzione dei lavori appaltati. Si doveva ora procedere alla realizzazione del secondo stralcio, sempre su progetto dell’Ing. Carpenè che per l’occasione redasse un elaborato completo anche per il terzo stralcio, comprendendo pure il primo tratto della strada mulattiera originale dal ponte sul Gravon fuori di Tovena fino a S. Vigilio, all’inizio del tratto già completato. Si continuava poi per il terzo tratto dal Cristo fino ai confini naturali con i comuni di Mel e Trichiana. I lavori però si bloccarono all’inizio dello Scalòn del S. Boldo, davanti al muro di rocce strapiombanti. La stessa intendenza del Genio Civile, aggregata alla IV armata, per ordine dei militari, lasciò cadere il completamento dell’opera, per problemi di natura tattica e strategica. “Caporetto diede ragione ai militari!”

Tovena – S. Boldo

Tra il 1914 e il 1915 il genio civile, con la fattiva collaborazione della IV armata italiana aveva iniziato i lavori di questa strada, utilizzando perlopiù operai italiani provenienti dall’estero, espulsi, allo scoppio della guerra dall’impero austroungarico, prima, e dall’impero germanico, poi. L’ingegnere Carpenè aveva redatto il progetto complessivo e diretto la realizzazione di una porzione di strada, seguendo la vecchia mulattiera e il sentiero fin quasi sotto il punto cruciale, formato dagli ultimi 100 metri di dislivello

Il Passo S. Boldo

Il 4 gennaio 1916, il direttore dei lavori comunicava la quasi Gli ultimi 100 metri di dislivello, prima di giungere all’ampia distesa che scende con lieve pendenza verso Campedei, in comune di Trichiana, da sempre erano stati considerati l’ostacolo insormontabile per la costruzione di una strada: un muro di roccia strapiombante su tre lati della stretta valle detritica del torrente Gravon.
La soluzione venne adottata dal Tenente Colonnello Nikolaus Waldmann, comandante del Gruppo costruzione strade (Straßenbaugruppe) della VI armata austroungarica con sede a Vittorio Veneto: si dovevano ricavare gli 800 metri di sviluppo stradale, per ottenere una pendenza del 10%, scavando nella roccia sei tornanti in tunnel, con un raggio di 10 m, per i grossi traini di artiglieria a cavallo o con trattrice a motore. In fase d’opera venne eliminato un tornante, aumentando leggermente la pendenza tra due tunnel. In questo tratto di carreggiabile lavorarono contemporaneamente fino a 1400 operai, divisi in tre turni che coprivano l’arco delle 24 ore.

Dal S. Boldo a S. ANTONIO DI TORTAL

Dal passo a Trichiana esisteva già una discreta mulattiera che presentava però alcuni punti di difficile passaggio:
a Campedèi si optò per mantenere il Ponte delle Donne immutato, onde evitare perdite di tempo; il traffico sarebbe stato a senso unico alternato.
Si aggirò anche la collina all’uscita del paese verso S. Antonio, realizzando un tornante, mantenutosi perfettamente anche nell’attuale strada, con un bel muro di contenimento a secco in pietra locale. La dirittura successiva, ricavata in una zona molto umida, venne sostenuta con longheroni di rotaia, per consolidare il fondo.
Nei pressi di Confòs, all’attraversamento dell’Ardo, dovette essere costruito un ponte per passare l’abisso.
Poco oltre venne realizzato un grande tornante con muri di contenimento in grossi sassi scalpellati sia a monte che a valle.
Al cimitero, usciti da S. Antonio, venne realizzata una piazzola di scambio e di deposito
Dal passo a Confòs, all’attraversamento del torrente Ardo lavoravano gli operai del settore 3, di là all’attuale cimitero di S. Antonio di Tortal quelli del settore 4;

Da S. Antonio di Tortal A TRICHIANA

Il Tenente Colonnello Waldmann (Pochi giorni prima dell’inaugurazione della Tovena-Trichiana-Straße fu promosso Colonnello) utilizzò per questo tratto (5° settore) quasi ovunque il tracciato della mulattiera carreggiabile.
Notevoli i muraglioni di contenimento ancora sparsi qua e là sul tragitto fino a Trichiana, relitti archeologici della Grande Guerra.